“La chiave per una corretta esecuzione di un āsana e delle sue varianti è il collegamento tra il corpo e il respiro. Attraverso il respiro stiamo con la totalità del corpo e possiamo osservare come l’āsana si sviluppa. Invece di lottare con il corpo per assumere una determinata posizione, la determiniamo in base al numero dei respiri e del ritmo (inspirazione, pausa espirazione, pausa) appropriato per noi. Se il respiro è dolce e fluido, l’āsana produrrà i suoi benefici.
Il respiro è uno dei modi con cui possiamo variare gli āsana. Il respiro accresce infatti la naturale elasticità del corpo. Mentre il corpo si muove, si muove anche il respiro; se il respiro è immobile, è immobile anche il corpo. Il respiro e il corpo si fondono in un unico movimento, diventano un unico processo, e il nostro yoga diventa allora davvero efficace. Mantenere il legame tra il respiro e il corpo, soprattutto allungando l’espirazione e trattenendo poi il respiro, serve di più agli scopi dello yoga che riuscire ad assumere un āsana classico solo per l’asana stesso. Il respiro svolge un ruolo fondamentale nella pratica degli āsana, e non dobbiamo comprometterne la fluidità solo per cercare di eseguire un āsana perfetto.
Il respiro è uno degli strumenti migliori per osservarci durante la pratica dello yoga. Come risponde il corpo al respiro, e come risponde il respiro ai movimenti del corpo? Il respiro deve essere il vostro maestro.” (Desikachar, Il cuore dello yoga – Ubaldini)